lunedì 18 febbraio 2013

La mia gruccia si fa la plastica ;o)




Credo che stendere i capi direttamente nelle grucce sia una buona abitudine: si  risparmia spazio (e si sa che lo spazio per far asciugare il bucato non è mai sufficiente),  i capi asciugano più rapidamente in quanto l' aria riesce a circolare meglio  all' interno del capo "aperto", e, poichè questo non viene piegato,  permette di limitare o persino  eliminare, l' uso del ferro da stiro, con conseguente risparmio di energia.



 E' necessario però che le grucce siano di plastica e che  abbiano "le spalle" ampie, per evitare di trovarci con  maglioni o felpe "addobbati"  da rigonfiamenti  vari, che si possono eliminare soltanto con un altro lavaggio. Così l' anno scorso mentre cercavo una soluzione, visto che le grucce  in plastica con le "spalle" larghe non sono molto facili da trovare, mi è capitato di sfogliare, in uno studio medico,  una rivista, dove ho visto alcune foto di  oggetti  fabbricati usando del materiale riciclato , e tra questi vi erano anche  delle grucce realizzate con delle bottiglie di plastica. Quell' immagine mi è rimasta talmente impressa ,che la prima cosa che ho fatto al mio rientro, è stato proprio montare due bottiglie ai lati di una gruccia qualsiasi, per vedere se si riusciva a creare un alternativa "casalinga" a quell' oggetto.




 Dopo vari tentativi andati a male con diversi  tipi di colla, per bloccare le bottiglie ho dovuto usare delle strisce ricavate  da una vecchia maglietta, arrotolate più volte intorno alla "spallina" .




Il risultato è in effetti  piuttosto instabile ma,  una volta sistemato il nostro maglione ,le bottiglie restano ferme e ,anzi, il fatto che "ballino" un pò ,fa si che  possano  adeguarsi alla  larghezza dei capi da asciugare.


 Credo in tutta sincerità che siano le grucce più ridicole del mondo, però i miei maglioni non hanno più nessuna gobbetta e asciugano in quasi la metà del tempo, per cui faccio un gran sorriso e....continuo a stendere:o).

domenica 10 febbraio 2013

Due volte fortunata!

Quando giravo tra i blog senza averne ancora uno mio, guardavo incuriosita tutte quelle iniziative che, dal nome, ricordavano vagamente le serie dei telefilm americani: swap, sal, cat, pif, e ....via discorrendo. Mi sembrava, visto così dall' esterno,un tantino complicato partecipare  e, tuttavia, mi incuriosiva quel via vai di bustone gialle o di scambio di schemi, che andavano e venivano tra paesi e città .
Quando Giulia, quindi,  mi ha cortesemente invitato al suo swap " caccia al tesoro" ho deciso di partecipare, dietro garanzia scritta che mi avrebbe guidata passo passo, per non combinare qualche pasticcio. Lo swap di Giulia aveva due particolarità:  la prima era che,oltre al lavoretto handmade,  si doveva racimolare, e quindi spedire, un "tesoro",cioè tutti quei gadget  di cui noi donne veniamo ( il più delle volte scarsamente!) omaggiate nei negozi; la seconda era che   lo scambio era organizzato "a catena",  si conosceva cioè chi avrebbe ricevuto  il nostro pacchetto, ma non chi ce lo avrebbe mandato. Per cui, indossato l' impermeabile del tenente Colombo, abbiamo vagato in incognito nei blog dei nostri destinatari, per vedere un pochino cosa si sarebbe adattato ai suoi gusti ,con il rischio però di non capire una cippa lippa e   di far fare una fine desolata alla nostra creazione. 
Ma....mai sottovalutare l' intuito di una donna!! e infatti, quando la busta di Eleonora è arrivata questo è quello che ho trovato:


Una lettera dolcissima, un pacchetto con i gadget (penna, cremine, profumo, agendina,  porta pass dell' algida, che hanno già cercato di portarmi via:o( , tante tante  caramelle) e una bustina di carta ,abbellita dai ritagli, nelle quale era nascosto il suo lavor-one.


Eh si perchè Eleonora non si è limitata a buttar giù due crocette ma guardate cosa ha fatto per me!


 Un ricamo dettagliatissimo e accurato ,racchiuso perfettamente da  una stoffina che ben si adatta agli oggetti della mia cucina (che investigatrice!) .Grazie Eleonora hai fatto davvero troppo, e io son felicissima di averti incontrato.
Ho riposto TUTTO nella busta bianca perchè il mio tesoro starà nascosto ancora per un pò, almeno fino alle pulizie di primavera!
Beh........ non proprio tutto;o)...


La seconda fortuna è stata quella di aver spedito il mio pacchetto ad una abbinata simpatica come Mony, che non solo mi ha subito informato del suo arrivo, ma mi ha anche dedicato un post che mi ha davvero emozionato. 
Grazie Giulia, grazie Mony, grazie Eleonora , e, anche se  so che sarà difficile, mi auguro di trovare sempre persone carine come voi ,in questo mondo virtuale in cui sto cominciando a muovere i primi passi.

sabato 2 febbraio 2013

Ancora su armadi e portafogli.....





Una volta appurato che ci si può vestire bene anche  senza aprire un mutuo, vediamo quali possono essere le  strategie  da adottare  per evitare spese inutili che ci lascerebbero scontente degli acquisti  e pentite del denaro speso.
La prima cosa da fare, è riflettere attentamente  su come sono organizzate le nostre giornate, e, cercare di capire, quali sono per le nostre esigenze, gli abiti necessari, quelli utili ,e quelli superflui.
Gli abiti necessari sono quelli legati alle nostre attività quotidiane, quelli senza i quali non potremmo andare a lavoro, fare le faccende di casa, andare a scuola, a far la spesa, ad accompagnare i figli all' allenamento,  fare la nostra passeggiata rilassante o la seduta in palestra.Insomma quelli legati ai nostri impegni giornalieri, più o meno piacevoli che siano.
Gli abiti utili, sono quelli legati ad eventi che non hanno una data fissa, nè un numero fisso di  situazioni: un invito a cena improvviso, 
   una partita della nostra squadra del cuore, una serata  al cinema o a teatro, quando questo è un evento  saltuario e non regolare, insomma  tutti quegli abiti che sappiamo che ci torneranno utili in più occasioni, anche se di queste non sappiamo di sicuro né il numero né la data. I capi  utili saranno sicuramente meno dei capi necessari, ma sono, forse, quelli  in cui possiamo esprimere meglio la nostra personalità e il nostro gusto.


Per ultimi ci sono gli abiti superflui; e qui la categoria è davvero molto ampia: gli abiti superflui sono quelli che  non riusciamo ad usare, che abbiamo messo una o due volte   perchè son troppo lontani  dai nostri gusti e dalle nostre esigenze.  Sono quelli che compriamo con leggerezza perchè "..sono qui e  devo comprare qualcosa", quelli che già non ci convincevano in negozio, quelli con i colori strani per i nostri gusti e che fanno a pugni con il resto dei nostri vestiti; quelli presi perchè "...tanto costa poco", o perchè l' abbiamo visto  ad una amica e ci è piaciuto; gli  abiti presi con l' idea  "..  è un pò stretto ma tanto  da domani sono a dieta", e quelli  della serie "...è l' ultimo non lo posso lasciare qui!". Insomma tutti quegli abiti  che facciamo fatica a mettere e quindi opprimono il nostro armadio e svuotano il nostro portafoglio ,lasciandoci solo i documenti.
Una volta chiarite a noi stesse, le nostre esigenze, diamo uno sguardo a ciò che già possediamo, e cerchiamo di capire nella maniera più obiettiva possibile, cosa  abbiamo e cosa ci manca.Cerchiamo di prevedere quanti cambi settimanali ci occorrono, in modo da avere sempre dei vestiti puliti nell' armadio ,ma nello stesso tempo senza farlo scoppiare per un contenuto troppo abbondante e difficilmente organizzabile. A seconda del lavoro che facciamo o di come siamo abituate ad uscire per le nostre spese, non è detto che un capo necessario non possa essere usato  anche come  un capo utile, e viceversa. 

 E..... prima di uscire,  non sarebbe male prendere qualche appunto ,in modo da non lasciare in negozio un capo necessario, e  rischiare di tornare a casa con 2 superflui.